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La grande mattanza

Chi furono i briganti? Criminali comuni, assassini, ladri, disperati. E ancora: nobili decaduti, artigiani, contadini, giovani ribelli che non accettano il giogo attorno al collo, sia quando viene da un aristocratico del luogo sia quando arriva da un invasore straniero.

In un quadro storico così ampio e variegato il libro di Enzo Ciconte “La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio” (Economica Laterza, Bari 2018, pp. 278, euro 12.00) racconta con dovizia di particolari i fenomeni di banditismo dall’età moderna fino alla feroce repressione messa in atto nel primo decennio dell’Italia unita. E’ un saggio ben scritto, con il ritmo proprio di un romanzo, agile e scorrevole, ma nello stesso tempo ricco di spunti che va ad ampliare notevolmente, come ha scritto Valerio Castronovo in una recensione apparsa su “Il Sole 24 Ore”, «il campo d’osservazione sul fenomeno complesso del brigantaggio e getta luce sui suoi protagonisti e comprimari coinvolti in fronti opposti nel corpo del tempo».  Enzo Ciconte è docente a contratto di Storia delle mafie italiane presso l’Università di Pavia. E’ stato consulente della Commissione Parlamentare Antimafia ed ha pubblicato nel 1992, con Laterza, il primo testo storico sulla ‘ndrangheta in Italia, dal titolo “Ndrangheta dall’Unità ad oggi”. Molto interessante anche un suo altro libro, edito da Salerno nel 2016, “Borbonici, patrioti e criminali. L’altra storia del Risorgimento”, che indaga senza fare sconti a nessuno il volto meno conosciuto del travagliato processo che condusse all’unità d’Italia.